Essere consapevoli delle nostre scelte è un passo fondamentale per portare il nostro pianeta in una prospettiva più “green”, capiamo bene quindi che ognuno di noi può dare il suo contributo adottando alcune semplici regole nella vita quotidiana, come la raccolta differenziata, la scelta dei vestiti, l’uso dei mezzi di trasporto e ultimo ma non meno importante: Il cibo. Spesso, purtroppo, le persone associano un’alimentazione “sostenibile” all’acquisto di prodotti biologici che, seppur apportando alcuni vantaggi, rimangono ugualmente un impatto troppo alto per il nostro pianeta. Il fatto è che non possiamo fermarci solo sull’acquisto di un alimento, dobbiamo considerare l’intero ciclo produttivo, distributivo e di smaltimento di un prodotto, e a nostro discapito il cibo ha ancora un carico inquinante di emissioni di Co2, spreco d’acqua ed energia altissimo. Per questo motivo, qui di seguito potrete trovare alcuni consigli per essere sostenibili anche in cucina!
Una spesa equilibrata a basso impatto ambientale può effettivamente fare la differenza, ma com’è fatta una spesa sostenibile? Essa privilegia i prodotti locali, quelli che non hanno bisogno di grandi viaggi per essere esposti sul mercato, ad esempio frutta e verdure di stagione, che non crescono in serra e che non sfruttano l’uso di pesticidi o altri agenti chimici per la loro maturazione, inoltre gli specialisti di nutrizione ci suggeriscono che nella frutta e nella verdura di stagione sono contenuti gli esatti nutrienti di cui il nostro corpo ha bisogno in quel determinato periodo dell’anno, un esempio: proprio in autunno sono molto consigliati gli agrumi, come arance e mandarini contenenti vitamina C, che aiuta a proteggere il nostro sistema immunitario dalle influenze. Molto importante è anche il consumo di carne, molto discusso negli ultimi anni per il suo enorme impatto ambientale; basti pensare che per produrre 1 kg di carne occorrono 16 kg di foraggi e 15000 L di acqua, per non parlare poi della carne di manzo che per ogni chilo prodotto emette circa 60 kg di CO2 nell’atmosfera, prestate ben attenzione: la maggior parte delle emissioni inquinanti non derivano dal trasporto dei prodotti, ma dalle emissioni di metano prodotte dal processo digestivo dei bovini e dalla deforestazione sempre maggiore per dare spazio alle coltivazioni del foraggio e dei mangimi. E la conclusione qual è? Una continua sovrapproduzione di carne e un uso sfrenato di essa. È possibile vivere in perfetta salute mangiando meno carne o sostituendola completamente, basta semplicemente saper scambiare le proteine animali con le giuste quantità di quelle vegetali. Un esempio? I legumi, ottimi amici della salute, contenenti moltissime fibre! Per fare ciò è consigliato consultare uno specialista in merito, che saprà sicuramente aiutarvi.
Un altro consiglio è porre molta attenzione ai metodi di cottura, i più sostenibili sono quelli che utilizzano poca acqua ed energia per la loro
preparazione. Vi invito a usare spesso un coperchio, che evita la dispersione di calore e, di conseguenza, di energie; per lo stesso motivo dobbiamo stare attenti a non aprire troppe volte l’anta del forno quando utilizziamo quest’ultimo, e magari spengiamolo prima della totale cottura, lasciando che il cibo si cuocia con il calore rimanente, infine evitiamo di utilizzare tanti elettrodomestici culinari… Con un po’ di fatica in più possiamo impastare, mischiare e tritare a mano, vi garantisco che la fatica sarà ripagata dalla soddisfazione.
Come ultimo punto troviamo lo spreco alimentare. Difatti, circa un terzo di tutto il cibo prodotto al mondo finisce per essere buttato nella spazzatura, e nel nostro piccolo possiamo dare una mano anche qui: conservare con più accuratezza gli alimenti (attenzione a controllare spesso il proprio frigo) e utilizzare anche gli alimenti imperfetti, trasformandoli ad esempio in compost per piante, o riutilizzandoli per nuovi piatti… Insomma siamo a Firenze, dove ricette deliziose come la Ribollita e la Pappa al pomodoro, fatte con pane secco, non possono di certo mancare sulla tavola.
A cura di Greta Moggi