Copenaghen, nuovo modello di sostenibilità

 Questo articolo fa parte del numero 26 del MichePost uscito in formato cartaceo il 10 dicembre 2021


Da qualche anno a questa parte, nella città di Copenaghen, è stato edificato un termovalorizzatore capace di trasformare semplici rifiuti che gettiamo tutti i giorni, in energia utilizzata per alimentare elettricamente le case degli abitanti di Copenaghen. Credo che ora, voi lettori, vi stiate chiedendo come funzioni un termovalorizzatore, beh, il meccanismo non è poi così complesso. Molto semplicemente, si raccolgono i rifiuti, si differenziano, e la porzione non più recuperabile e selezionata, si inserisce in un forno che brucia a una temperatura di mille gradi o maggiore, e grazie al calore ottenuto viene prodotto del vapore che in seguito sarà convertito in energia. Ora, sicuramente starete pensando che il termovalorizzatore di Copenaghen non differisca molto dagli altri già preesistenti in altre città , ebbene non è così. Infatti, oltre a essere un ottimo modo per riciclare senza avere impatto sull’ambiente, questo termovalorizzatore è anche un’attrazione turistica, infatti, sul tetto è stata ricavata una pista da scii, ovviamente non con vera neve, ma con una specie di tappeto sintetico dal colore verde. Durante l’inaugurazione della “macchina” erano presenti numerosi personaggi del panorama sciistico, tra cui l’italiano Kristian Ghedina, celeberrimo ex sciista e allenatore, il quale può vantare nella sua bacheca ben 2 medaglie d’argento e una di bronzo, conquistate durante il campionato mondiale di sci alpino. Riassumendo, il termovalorizzatore di Copenaghen è all’avanguardia, poco inquinante ed anche un’attrazione sciistica, in poche parole un modello che tutta Europa, anzi tutto il mondo, dovrebbe seguire, e infatti è così. Città come Parigi Londra e Berlino hanno tutte un termovalorizzatore e non pensiate che l’Italia sia da meno. Infatti, proprio qui, in Toscana, nella cittadella di Montespertoli è stato costruito, dall’azienda ALIA, un digestore con una funzione simile al termovalorizzatore, ma non utilizza la combustione per produrre energia, bensì sfrutta i rifiuti organici per produrre biogas che poi serviranno ad alimentare i camion dell’azienda stessa creando un ciclo perpetuo e non-inquinante. Ciò permette, in primis, di non riciclare e in secondo luogo di non dover acquistare gas,così da sfavavorire economicamente le multinazionali petrolifere, note per non essere esattamente le aziende più green che esistano. Inoltre il digestore non produce emissioni, cosa che il termovalorizzatore, anche se in parte trascurabile, considerando tutti i pregi che ha, comunque fa. Per concludere, spesso la più grande vastità di persone pensa in modo pessimistico e disfattista, che l’Europa e soprattutto l’ Italia siano molto arretrate sul piano dell’ abbattimento delle emissioni non conoscendo fatti come quelli appena elencati. Spesso, anzi troppo spesso si evidenziano solo le questioni negative riguardanti l’ambiente senza mai porre attenzione agli sforzi che (alcuni) fanno.

A cura di Oscar Pampaloni

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