L’editoriale | Amarezza

 Questo articolo fa parte del numero 26 del MichePost, uscito in formato cartaceo il 10 dicembre 2021


Dopo un’intensa stagione all’insegna dei successi italiani, basti soltanto pensare alla combinazione Maneskin, Azzurri e Tokyo 2020, che ha investito di euforia i nostri animi prostrati dagli effetti della pandemia, siamo tornati, anche in modo abbastanza brusco direi, con i piedi per terra. Infatti mentre da Kabul giungevano violente immagini, che la maggior parte del mondo guardava comodamente seduta sul proprio divano nella speranza che non fossero reali, capaci di farci rivivere il dramma dei Falling man del 2001, anche le catastrofi ambientali si sono fatte sentire più del solito, tanto da costringere gli esperti a classificare il 2021 come il peggiore degli ultimi quindici anni per quantità e diffusione di incendi. L’estate appena trascorsa purtroppo conta numerosi record negativi per quanto riguarda deforestazione, perdita di aree verdi e temperature da capogiro in tutto il Mediterraneo. Proprio per questo, specialmente nelle ultime settimane, il clima ha acquistato un posto di rilievo nel dibattito internazionale divenendo così uno dei protagonisti assoluti del G20 di Roma che ha visto “riempire di sostanza i Bla Bla Bla” come affermato dal presidente Draghi.

Inoltre, sebbene l’Italia sia a un passo dall’immunità di gregge, non è mancata la quarta ondata di covid, tornata a destabilizzare i paesi europei e non solo che, grazie alla campagna vaccinale, erano in qualche modo riusciti a trovare una nuova ‘normalità’. Tramite l’obbligo della certificazione verde, anche nel nostro paese è stato raggiunto un equilibrio fra il pullulare del virus e una stabilità economico-politica, tuttavia è stata la radicata convinzione dei no green-pass, scesi in piazza da Trieste a Napoli passando per Roma, a dimostrare quanto determinati partiti di destra, sfruttando la frustrazione e l’ignoranza dei no vax e di coloro che lecitamente manifestavano contro le nuove disposizioni, affondino le loro radici in ideali fascisti, quindi anticostituzionali, come dimostrato dall’attacco squadrista alla sede romana della CGIL. Un fatto gravissimo, simbolo di una destra sregolata, che si è nuovamente contraddistinta in seguito al vergognoso affossamento del Ddl Zan. Disgustoso e disonorevole potremmo definire il video dell’appassionato applauso di Fratelli d’Italia e della Lega, fieri aver ottenuto il sì alla tagliola di un disegno di legge che di fatto rispetta e si adegua alla Costituzione. Ma di questo forse non dovremmo stupirci, del resto è stato proprio il leader Matteo Salvini ad accogliere calorosamente il presidente Bolsonaro, noto per omofobe affermazioni da far rizzare i capelli.

Reduci da siffatta delusione, necessario e importante adesso è renderci conto che il tempo è scaduto sotto tutti i punti di vista ed è tardi per iniziare a racimolare quel poco che ancora possiamo conservare del mondo che ci rimane.

A cura di Giulia Pezzella

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