Nel dicembre del 2019, a Wuhan, fu individuato il primo caso di Sars-Cov-2; un virus che, dopo un primo momento in cui fu celato e poi sottovalutato, è riuscito a sconvolgere l’intero globo: mettendo in crisi la politica mondiale, accrescendo il tasso di violenza e uccidendo milioni di malati. E pensare che doveva essere solo un’influenza.
Il nostro caro coronavirus, tuttavia, anche dopo che sarà stato finalmente debellato, lascerà una cicatrice che renderà impossibile dimenticarsi di lui. La pandemia, infatti, avrà numerosi effetti sul sistema economico, sociale, ambientale e non solo.
Partiamo dall’economia. Questo è ciò di cui politici si sono più occupati, talvolta anche considerando come meno importanti dinamiche come l’istruzione. Secondo la Banca mondiale nell’ultimo anno il PIL è sceso del novanta per cento, dando vita ad una delle peggiori recessioni economiche dal 1870.
La crisi economica, però, è anche legata a tutti gli altri settori di un paese: da un punto di vista sociale vi è stato, infatti, un rapido aumento del tasso di suicidi fra operai ed imprenditori; la violenza è aumentata, dando adito a episodi come quello delle elezioni in America; e il numero di giovani affetti da disturbi psicologici come ansia e depressione ha subito un picco. In questi mesi la DAD ha sconvolto gli studenti, come ha scritto Giulia Pezzella in un articolo su questo giornale, e la difficoltà nell’applicarsi e prestare attenzione ha causato loro gravi lacune. Con il passare del tempo la qualità dell’istruzione diminuirà. Con la crescita della povertà, meno ragazzi potranno permettersi di andare all’università e, se potranno, dovranno emigrare in cerca di lavoro. Ognuno degli effetti che ho evidenziato sono collegati, e all’aumentare della gravità di uno ne aumenterà quella degli altri.
Insomma, nonostante che ci siano state evoluzioni nei rapporti internazionali e nonostante che la comunità scientifica mondiale abbia raggiunto livelli di collaborazione inediti, siamo in una situazione difficile che peggiorerà.
È importante che gli italiani non si diano per vinti e continuino a combattere, affinché l’Italia possa non regredire, ma continuare ad innovarsi. In più, grazie al nostro nuovo Presidente del Consiglio, personalità di grande rilievo in Europa che sta lavorando instancabilmente, speriamo di potercela fare.
A cura di Lavinia Roma