Musica | IC3PEAK: una voce contro l’oppressione

 Questo articolo fa parte del numero 24 del MichePost, uscito in formato cartaceo il 19 febbraio 2021


Non parlare ad alta voce quando lo dici, per quello che dici.

Hanno dei cecchini sui tetti.

Nome: IC3PEAK

Membri: Nastya Kreslina, Nikolay Kostylev

Periodo di attività: 2013- adesso

Lingua: Russo, Inglese

Genere: Elettronica, Folk, Alternative, Metal

Sitohttps://ic3peakso.com/

Discografia e stile musicale
Nastya Kreslina e Nikolay Kostylev, questi sono i nomi dei due membri della band russa IC3PEAK, inconfondibile e unica nel suo genere. Definita musica alternative ed elettronica, con un richiamo alle note del folklore russo e caratterizzata da melodie lugubri e inquietanti, ha, come afferma il duo, il fine di disturbare l’ascoltatore, di turbarlo con ritornelli dal timbro angosciante e da voci sconnesse.

Fra gli album più di rilievo vi è Сказка (Fairytale), contenente la canzone Смерти Больше Нет (Death no More), la loro più famosa. Altri nomi considerevoli sono TRRST, Грустная сука (Sad Bitch) e Плак-Плак (Plack-Plack), il loro pezzo più recente.

L’impegno politico
Tuttavia, i pezzi della band non si limitano a semplice musica all’apparenza raccapricciante; infatti ogni strofa cantata da Nastya è una critica, un azzardo, una provocazione e una denuncia al malato sistema russo. “Una nuova guerra è cominciata, impiccate gli attivisti/ Tutto è guerra per un uomo bisognoso di vendetta” canta la donna nel brano TRRST, canzone di cui il ritmo è andato virale, ma purtroppo non le parole. Sessismo, omofobia, brutalità poliziesca e censura: di questo e di molto altro tratta il gruppo, di come la vita in Russia sia opprimente e insostenibile, asfissiante. Ed ovviamente i due non potevano passare inosservati: sono stati infatti accusati dal governo russo di diffondere materiale sovversivo, e nel 2018 furono arrestati dalle forze dell’ordine senza apparente ragione, per poi non essere rilasciati in tempo per esibirsi in numerosi concerti.

L’aspetto visivo
Il duo si è poi autodefinito “terrore audiovisivo” (audiovisual terror): infatti parte rilevante dell’impatto della musica sull’ascoltatore è dato dalle agghiaccianti scene mostrate nei video delle canzoni. Vediamo, ad esempio, in Смерти Больше Нет (Death no More) i due divorare un cuore crudo sulla tomba di Lenin, ballare in braccio a dei poliziotti o darsi fuoco dinnanzi alla sede del governo russo.

Ma io attendo te, tu mi troverai.
(Death no More)

di Palmira Virdis e Inès Ortiz

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