La (non) vittoria della sinistra in Toscana

 Questo articolo fa parte del numero 23 del MichePost, uscito in formato cartaceo il 30 ottobre 2020


Alle ultime regionali in Toscana la Lega ha perso. È da considerarsi un buon risultato? Assolutamente no. Susanna Ceccardi, la candidata del centro destra, ha comunque raggiunto un preoccupante 40%, e ciò è ancora più allarmante per chi tra di noi è voluto andare a fare opposizione e a manifestare un certo dissenso al presidio del centro destra che qualche settimana fa, durante la campagna elettorale, è stato organizzato nella nostra città. Una piazza che sinceramente ci ha fatto rabbrividire e non tanto per i numeri (quanti saranno mai stati?) ma per i soliti discorsi razzisti e populisti portati avanti dalla triade, perdonateci la schiettezza, satanica Salvini-Meloni-Ceccardi. Quindi?

Quindi con un 49% la vittoria l’ha portata a casa (e poi consacrata alla Madonna, non stiamo scherzando) Eugenio Giani, membro del PD. A noi sembra una sconfitta anche questa. Il PD è considerato un partito di centro sinistra, forse rosso agli albori, ma adesso certamente molto sbiadito: rosino?

Un partito che, nato dalle ceneri dell’esperienza pressoché fallimentare di rifondazione comunista, avrebbe dovuto raccogliere il consenso dei tanti che per anni avevano votato il partito comunista, di operai, di lavoratori e di milioni di persone che si identificavano nella bandiera rossa, ha invece scelto di abbandonare le periferie, le case popolari, e con esse le fasce più povere e sfruttate della popolazione. Con anni di politiche antipopolari, con l’abolizione dell’articolo 18 e la riforma Fornero, il PD ha tradito la classe che avrebbe dovuto difendere, consegnando così una larga fetta di popolazione, prevalentemente di estrazione popolare, alla destra. Impiegati, lavoratori salariati, manovali, disoccupati, che senza potersi più riconoscere in un partito che da tempo si era dimenticato di loro, preferendo esso l’approvazione delle più svariate commissioni europee, hanno dato ascolto a chi vuole sfruttare la rabbia e la frustrazione di chi vive da sfruttato per proporre nemici comodi da odiare, soluzioni semplicistiche e slogan facili da ricordare. Solo così ci spieghiamo la scalata al potere di personaggi come Salvini, sin troppo bravi nel parlare alla pancia degli italiani, ma per niente intenzionati a risolvere realmente i problemi con cui chi lavora per un padrone si confronta ogni giorno. Il PD ha deciso di disinteressarsi dei problemi delle fasce popolari, e gli italiani hanno smesso di votarlo. Tra quelli che invece hanno scelto di votare Giani quanti sono stati quelli davvero convinti del loro voto? Quanti invece l’hanno votato per non far vincere la Ceccardi?

Un meccanismo ampiamente diffuso è quello del cosiddetto “voto utile”, ma votare qualcuno solo perché “è meno peggio” di qualcun altro porterà mai ad un cambiamento effettivo? Migliorerà la situazione? Non possiamo fare a meno di chiederci come un esponente del PD possa davvero migliorare la situazione, come si possa decidere, pur definendosi di sinistra, di dare il proprio voto a chi ha promulgato i decreti Minniti, a chi con il proprio fallimento ha aperto la strada alla deriva politica a cui stiamo assistendo ed assisteremo. Se votare PD ci ha portato al punto in cui siamo ora, quanto è davvero stato “utile” votare Giani?

Parliamo di esempi pratici di governo del PD: Firenze ha avuto gli ultimi due sindaci di Firenze appartenenti a questo partito.

Dunque prendiamo come esempio Dario Nardella. I punti evidenziati come i più importanti nel suo ultimo mandato sono due, il primo: il sindaco ha affermato che il Comune presenterà ricorso al Consiglio di Stato per la ripresa dei lavori aeroportuali. Ovviamente ci troviamo fortemente in disaccordo, riteniamo infatti che investire in queste determinate infrastrutture non sia opportuno in questo momento anche per l’impatto ambientale che esse incontrovertibilmente andrebbero a incrementare. Il PD, e lo possiamo dire con fermezza, non è ambientalista (peculiarità che sicuramente dovrebbe avere un partito di sinistra) poiché ha come priorità il completamento dell’aeroporto (quindi il piano economico) piuttosto che le bonifiche al Parco della Piana di Sesto Fiorentino (quindi ecologia, salute e benessere dei cittadini).

Passiamo al secondo punto: chiunque viva a Firenze si trova in una situazione paradossale; ormai la città è diventata una vetrina sulla quale si specchiano i turisti. Ci sarebbero veramente una miriade di cose da dire riguardo a questo argomento, ma la verità è che ci si può accorgere di questo triste profilo cittadino semplicemente camminando per le strade del centro. Vogliamo ricordare un episodio in particolare che vide come protagonista il sindaco Nardella: correva il 2 luglio, scendemmo in piazza uniti in una manifestazione antifascista, fin qui nulla di strano. Ciò che sconvolge sono le accuse che Nardella ci ha rivolto, muovendo la critica di monopolizzare e privatizzare le piazze. Non ci turbiamo più oramai, l’ipocrisia la smascheriamo: sono accuse fatte da chi poi “affitta” Piazza della Signoria a grandi marchi di moda, come è realmente successo questo agosto/settembre, quando Dolce & Gabbana e Ferragamo hanno utilizzato uno dei luoghi più simbolici di Firenze come passerella. Ricevere accuse di privatizzare spazi pubblici solamente perché esercitiamo il nostro diritto di protestare è una cosa assurda!

Per questo riteniamo giusto ripudiare sia il populismo leghista sia la finta e superficiale sinistra incarnata da un partito come il PD, il quale, oramai da tempo, ha abbandonato la sua vocazione iniziale di partito a fianco della gente, diventando succube di una politica spicciola, senza più ideale, e schiavo della logica immortale del profitto e dell’opportunismo.

A cura di Collettivo Sum

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