“Era solo una rissa”

“C’è stata una successione di risse a Roma e nelle altre città italiane. Risse che scoppiavano senza una ragione. Noi abbiamo un problema di malessere fortissimo tra gli adolescenti post covid”, “Francamente non so quanto questi ragazzi abbiano contezza di quello che succedeva negli anni 70 quando il conflitto era ideologico e molto forte e anche pesantissimo in termini di vittime”, “Diventa una questione di gang” – Maria Latella, giornalista.

“Ho sempre creduto nel dialogo. La violenza non è mai una soluzione quindi va condannata sempre e comunque e va evitata sempre e comunque”, “che cosa c’entra quello che accade davanti a una scuola con il presidente Meloni?” – Federico Mollicone, Fratelli d’Italia.

“I social media spingono molto a un confronto anche violento che è fatto di bandierine, di slogan”, “Non si può affrontare nessun tipo di problema alzando le mani, a prescindere da come siano andate le cose. Credo che da questo punto di vista dovremmo tutelare di più anche i dirigenti scolastici, insegnanti e professori che hanno così difficoltà ad insegnare a questi ragazzi.”Stefano Patuanelli, Movimento 5 Stelle.

Sopra è riportato un sunto del dibattito tenutosi lunedì 20 febbraio in una puntata di Agorà, riguardante lo scontro del sabato precedente davanti al liceo Michelangiolo. 

Questo continuo focalizzarsi sul tema della violenza senza contestualizzarla e analizzarne le cause distoglie l’attenzione dal problema principale. La violenza è il fondamento del fascismo. La disparità è uno strumento del fascismo. Lo scontro di sabato, che ha visto da una parte 8 adulti e dall’altra 3 ragazzi ne è un esempio eclatante, che dimostra chiaramente quali siano le logiche fasciste. E sono le narrazioni distorte e lo sfruttamento della disinformazione che aiutano queste realtà a dilagare e avere un così forte impatto e un così largo seguito. 

Condannare la violenza senza individuare ed eliminare ciò che la favorisce e chi la commette è solo un modo per nascondere le evidenze e non per sradicare quella mentalità fascista che, al contrario di quando crede il Ministro Valditara, è diffusa e appoggiata anche dal Governo. 

Ridurre i fatti di sabato ad una “rissa” o un “litigio” che “non ha nulla a che fare con quello che succedeva negli anni ’70” è riduttivo ed è il primo errore da non commettere nella lotta al fascismo: definirlo un problema passato, non riconoscere la sua attualità. 

Ancor più grave è usare l’accaduto per diffondere un ritratto di una generazione aggressiva, impulsiva, rabbiosa e non consapevole . Ovviamente dando la colpa ai social media.  Lo stereotipo della generazione bruciata dalla tecnologia, priva di consapevolezza o senso critico è purtroppo molto diffuso e causato da una conoscenza superficiale del mondo dellə giovanə. In questo caso si ritorna per l’ennesima volta su questo tema colpevolizzando i social media anche di un’aggressione fascista. Lə professorə non si trovano in difficoltà ad insegnare perché lə loro studentə hanno problemi di rabbia e quello che è successo fuori da scuola non è stato il risultato di uno scatto d’ira, ma la manifestazione di un problema che sta tornando e che se non ci sbrighiamo ad arginare, esploderà.

A cura di Emma Gargini

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