Toscana: il punto sulla Giunta regionale

Il 22 ottobre è stata finalmente comunicata quella che sarà la prossima Giunta regionale toscana.

Ma chi erano i candidati? Con quali partiti si sono presentati? Come è stata affrontata la campagna elettorale? E soprattutto, chi ha vinto?

Per le elezioni del 20-21 settembre 2020 la Toscana ha visto un testa a testa tra Eugenio Giani e Susanna Ceccardi, esponenti, rispettivamente, del Pd e della Lega. Giani era appoggiato da quasi tutto il centro-sinistra (Pd, Italia Viva, Articolo Uno e altri 3 partiti di minore peso), mentre la Ceccardi era sostenuta dalle colonne portanti del centro-destra (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia).

Oltre al Pd e alla Lega, hanno preso parte alle elezioni il PC, il PCI, il Movimento 5 stelle, il Movimento 3V e Toscana a Sinistra, ma sin dai primi sondaggi è stato chiaro che si sarebbero contesi la vittoria Giani e la Ceccardi.

Nei giorni precedenti alle elezioni il clima era molto teso. In particolare, i sostenitori del Pd temevano di perdere la Toscana, da sempre regione rossa; nell’ultimo periodo, infatti, la Lega guadagnava sempre più terreno e si pensava che avrebbe potuto vincere le elezioni. Per il Pd perdere un’altra regione sarebbe stato un colpo dal quale, probabilmente, non si sarebbe più ripreso. Una sinistra che arriva a perdere la Toscana, una regione da sempre progressista, non credo si possa definire tale.

Fortunatamente questo non è successo: ha preso parte alle elezioni il  62,6% dei cittadini aventi diritto al voto; una percentuale abbastanza alta. Di questi il 48,62% ha votato Giani, il 40,46% ha votato la Ceccardi.

Dopo l’annuncio della vittoria di Giani, sono seguite settimane di tensioni e discussioni tra i partiti della coalizione per definire i componenti della Giunta regionale.

Finalmente, il 22 ottobre, un mese dopo lo spoglio delle schede, “habemus Giunta!”, come ha scritto qualcuno. La domanda che viene naturale porsi è: serve davvero così tanto tempo per scegliere i componenti di una Giunta regionale? Vero è che Giani si è candidato con il Pd, ma era sostenuto anche da una coalizione che comprendeva altri cinque partiti dell’area del centro-sinistra; ma se è del tutto normale che le trattative per individuare gli assessori richiedano del tempo per trovare un accordo all’interno della coalizione, il fatto che ci sia voluto un intero mese rivela quanto siano state laboriose e difficili.

Giani si è trovato di fronte a delle decisioni ardue da prendere, poiché Italia Viva (il partito fondato da Renzi), che aveva ottenuto solo il 4,48% dei voti, minacciava, nel caso in cui non avesse ottenuto dei posti di rilievo, di rimanere fuori dalla giunta e, di conseguenza, di indebolire la maggioranza.

Alla fine di queste estenuanti discussioni, Giani ha annunciato le sue decisioni: gli assessori sarebbero stati tutti del Pd ad eccezione di uno appartenente a Italia Viva.

Renzi ha quindi ottenuto parte di quello che chiedeva, un posto nella Giunta, ma non il posto di rilievo che voleva: l’assessorato alla sanità. L’importanza di questo assessorato è evidente proprio nel periodo che stiamo vivendo, caratterizzato dalla pandemia del Covid. La sanità è andata a Simone Bezzini, esponente del Pd, mentre l’unica rappresentante di Italia Viva, Stefania Saccardi, ha avuto l’assessorato all’agricoltura ed è anche stara nominata vicepresidente della Giunta.

A questo punto, tutto ciò che posso dire è: speriamo che la Giunta formata da Giani riesca a governare nell’interesse dei toscani per i prossimi cinque anni.

A cura di Vittoria Bencini

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