“Solo bagaglio a mano” di Gabriele Romagnoli è un libro significativo e particolarmente interessante in questo periodo. Ho avuto l’occasione di leggerlo recentemente, prima dell’emergenza Coronavirus, ma solo ora mi rendo conto quanto sia importante la tematica trattata. Il libro è una lunga riflessione filosofica che si basa sull’oggetto “bagaglio a mano”: valigia facile da usare, comoda e adatta a tutti. Un solo svantaggio: è piccola. Romagnoli ci fa capire come nella nostra vita ci sia il bisogno di un bagaglio a mano perché ognuno di noi ha la necessità di selezionare ciò che è più importante e ciò che lo è meno. Quando viaggiamo siamo costretti a fare questo: selezionare i vestiti, riunirli uno accanto all’altro con la speranza che entrino tutti e infine chiudere la valigia con l’incertezza di aver lasciato fuori qualcosa di essenziale. Ed è proprio ciò che noi dobbiamo fare/rischiare nella nostra vita. Romagnoli nel suo libro sviluppa il pensiero del bagaglio a mano come metafora di una vita felice che vede nel perdere un vantaggio e non una privazione, nel rimanere senza un alleggerimento e non un pericolo. Questa opinione si pone ovviamente in netto contrasto con il nostro mondo sempre più attaccato alla praticità, all’accumulo e alla non rinuncia di alcun benessere; atteggiamenti che ora, data la grave emergenza in corso, tutto ad un tratto siamo stati costretti a rivedere. Quello di Romagnoli è un romanzo meraviglioso e assolutamente attuale che può farci riflettere sulla nostra vita e sulle nostre abitudini.
A cura di Ludovica Straffi