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Intanto, quello che sappiamo su Camera e Senato

In America sono già passate diverse ore dalla chiusura dei seggi, e – come previsto – non sappiamo ancora il nome del prossimo Presidente. Biden pare in netto vantaggio, e Trump si è auto-proclamato vincitore (vittima però di un broglio elettorale): la verità è che fino a quando non arriveranno notizie certe da Nevada, Georgia, North Carolina e Pennsylvania niente sarà ufficiale. Insomma, ci vuole ancora un po’ di pazienza.

In tutto il mondo non si parla d’altro che della sfida Trump-contro-Biden, eppure stanotte negli Stati Uniti si è votato anche per rinnovare l’intera Camera e un terzo del Senato. E in America questi non sono proprio organi ininfluenti: senza una maggioranza repubblicana tra i senatori, la scorsa settimana Trump non avrebbe potuto assegnare la nomina di giudice della Corte Suprema ad Amy Barrett, ad esempio. Adesso, immaginate di essere un elettore del Partito Democratico: nel vostro paese, la più alta Corte federale è composta da nove giudici; ne viene eletto uno cattolico e conservatore, che ha quarantanove anni e rimarrà in carica per il resto della sua vita. Ecco, avete capito come spesso, negli Stati Uniti, l’importanza di certe istituzioni sia tangibile.

Come stanno andando, quindi, queste benedette elezioni della Camera e del Senato? Ora ci arriviamo. Prima, il consueto passo indietro.
 

Il discorso di stanotte di Joe Biden. Pacato e sereno, come sempre.
 
Come funzionano la Camera dei Rappresentanti e il Senato
Negli Stati Uniti, il Congresso è l’organo che detiene il potere legislativo, ed è il corrispettivo di quello che in Europa siamo abituati a chiamare Parlamento. Il Congresso è costituito da due rami, la Camera dei Rappresentanti (House of Representatives), che conta 435 membri, e il Senato (Senate), che ne ha 100. Le due Camere hanno sostanzialmente gli stessi poteri e dunque, come per l’Italia, possiamo parlare di un bicameralismo perfetto. Sia per la Camera sia per il Senato si vota ogni due anni (ricordate le midterm elections del 2018?); tuttavia, mentre la Camera a ogni tornata elettorale si rinnova interamente, il Senato soltanto per un terzo: il mandato dei senatori, infatti, dura sei anni. 
 

“Eravamo pronti a celebrare un grande successo, ma la nostra vittoria è stata improvvisamente sospesa”.
 
Come stanno andando Democratici e Repubblicani alle elezioni del Congresso
Rieccoci, finalmente. Ricordate? Stavamo dicendo che ieri milioni di americani hanno votato, oltre che per le elezioni presidenziali, per rinnovare la Camera e un terzo del Senato. Allora: chi vince?

Al Senato – che ad oggi conta 53 Repubblicani e 47 Democratici –  i Repubblicani sono in vantaggio di un seggio, ma ne mancano ancora cinque da assegnare. Ora, visto che il pareggio pare l’opzione più probabile, cosa succederebbe se finisse 50 a 50? In questo caso, il partito che vince le presidenziali avrebbe automaticamente in mano anche il Senato: il Vicepresidente, che in circostanze normali presiede il Senato senza però avere diritto di voto, assumerebbe il ruolo di cinquantunesimo senatore, consegnando quindi l’istituzione al partito di governo. 

Alla Camera – che ad oggi conta 232 Democratici, 196 Repubblicani, 1 Libertario e 6 posti vacanti – il Partito Democratico è ancora in vantaggio, ma è verosimile che possa perdere qualche seggio rispetto a due anni fa: per adesso sono cinque i posti che i Repubblicani hanno strappato ai Democratici.

Adesso, qualche altra notizia che probabilmente leggerete sui giornali domani:

– nel distretto 14 della Georgia è stata eletta alla Camera con più del 70% delle preferenze Marjorie Taylor Greene, una sostenitrice di QAnon, quella teoria del complotto secondo cui Trump sta segretamente lottando contro una setta di pedofili satanisti composta da personaggi come Obama o Hillary Clinton.

– nei distretti 15 e 17 dello Stato di New York sono stati eletti Ritchie Torres e Mondaire Jones: è la prima volta che alla Camera arrivano due afroamericani appartenenti alla comunità LGBTQ+.

– nel distretto 1 del Delaware è stata eletta Sarah McBride, la prima senatrice transgender della storia americana.

A cura di Tommaso Becchi e Luca Parisi

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