Split ( regia di M. Night Shyamalan )

Titolo originale: Split
Durata: 116 minuti
Regia: M. Night Shyamalan
Uscita italiana: 26 Gennaio 2017

Il film ha come protagonista Kevin, il quale cela dentro di sé ben 23 personalità differenti e una ventiquattresima sconosciuta, chiamata “la Bestia” , che aspetta il momento opportuno per palesarsi e prendere il controllo sulle altre.
Questa occasione si presenta dopo che Kevin ha rapito tre adolescenti, tra le quali si distingue Casey.
Nasce in questo modo una lotta per la sopravvivenza non solo fra Casey e Kevin, ma anche fra le diverse personalità del protagonista stesso.
“Split” è il tredicesimo film di M. Night Shyamalan, regista noto per i grandi sconvolgimenti improvvisi della scena che caratterizzano i suoi lavori (vedi “Il sesto senso” e “The village”).
In questo caso peró la ricerca del colpo di scena viene accantonato e il regista ha preferito avere un intreccio più solido.
Tuttavia il punto di debolezza maggiore del film si trova , secondo me, nelle tre differenti linee che il film segue: i flashback dall’infanzia di Casey, le sedute di Kevin con la propria psicologa e la prigionia delle ragazze.
Le rievocazioni di Casey hanno lo scopo di approfondire il suo personaggio ma sono posti, mio parere , troppo casualmente all’interno della storia. Le sedute di Kevin con la psicologa sono interessanti ma lasciano un senso di incertezza nel pubblico .
La stoyline più avvincente è indubbiamente quella della prigionia che nelle battute finali della pellicola è davvero al cardiopalma. Proprio a causa di queste diverse linee narrative, però, il film manca di un proprio genere. Vuole essere un thriller, un horror ma anche un film psicologico; proprio quando sceglie un proprio genere, nel finale, si ha un drastico miglioramento della pellicola. Nonostante le critiche, “Split” è un film che mi sento di consigliare soprattutto per l’interpretazione di James McAvoy (Kevin), così come quella di Anya Taylor-Joy (Casey)…è davvero ottima e il film ha comunque dei momenti di tensione ben costruiti. Originale è anche la visione scientifica del mondo accademico, che tende a rifiutare il nuovo e lo sconosciuto fino a compiere un danno irreparabile. Ho apprezzato particolarmente la sequenza finale, che è un omaggio ai fan del regista. In conclusione, ritengo azzeccato il titolo della pellicola : “Split” rappresenta non soltanto lo stato psicologico di Kevin, ma anche le opinioni che si hanno sul film una volta usciti dalla sala.

Duccio Galli

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