“Rendere Firenze attrattiva per la residenza per giovani e famiglie”. Intervista alla candidata sindaca Sara Funaro

In vista delle elezioni comunali che si terranno, in contemporanea con le elezioni europee, 8 e 9 giugno, abbiamo avviato una serie di interviste ai candidati sindaci, iniziando con Sara Funaro, candidata per la coalizione di centro-sinistra.

Si è molto discusso, in merito alla sua candidatura, della decisione del Partito Democratico di candidare lei come sindaca tramite un’assemblea cittadina degli iscritti e non tramite primarie (come richiesto anche da Cecilia del Re). Ritiene il migliore questo iter o preferirebbe che, in futuro, il PD a Firenze svolgesse delle primarie per decretare i candidati sindaci?

Parto da un presupposto per sgombrare il campo da qualsiasi equivoco: io non sono mai stata contraria alle primarie. Se fossero state scelte le primarie, senza nessun problema le avrei fatte. Sono però anche convinta che, poiché faccio parte del Partito Democratico praticamente da quando è nato, quando si fa parte di una comunità si debba seguire il percorso che quella comunità decide di intraprendere e che si stia alle regole che quella comunità si è data, indipendentemente dal fatto che sia tu ad andare avanti o meno, perché questo fa parte del percorso democratico.

La comunità ha deciso di fare la consultazione tra gli iscritti e poi votare in assemblea. Ricordo che l’assemblea del Partito Democratico è un’assemblea di eletti dei circoli; dunque, un’assemblea che è ben rappresentativa del partito a livello cittadino. In questa assemblea più dell’82% dei membri sono stati favorevoli alla mia candidatura. È chiaro che questo è il percorso che è stato scelto e io sono stata all’interno di questo percorso rispettandone le regole.

In diverse realtà politiche locali, a livello regionale e comunale, abbiamo visto nell’ultimo periodo nascere coalizioni ampie, formate da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e altre forze, per contrastare l’avanzata della destra e tentare di far nascere una grande forza progressista nel paese. Al momento le forze che appoggiano la sua candidatura sono, oltre al Partito Democratico, Azione, Sinistra italiana, Verdi, +Europa, Volt, Pri e Movimento di azione laburista. Sarebbe aperta al sostegno del M5S (che ancora a Firenze non ha fatto dichiarazioni)?

Partendo dal presupposto, da non sottovalutare, che noi abbiamo una coalizione molto ampia con una pluralità politica importante, perché abbiamo partiti che vanno da PD a +Europa, Volt, Centro, Anima Firenze 2030, Movimento Azione Laburista, Azione, Sinistra Italiana, Verdi, Partito Repubblicano Italiano, per quanto riguarda la possibilità di un allargamento della coalizione mantengo la mia posizione di totale apertura verso tutte le forze del centrosinistra ovviamente sulla base dei percorsi programmatici. Rimango sempre con una posizione di apertura verso tutti.

La sua candidatura rappresenta, in qualche modo, una continuità con l’amministrazione uscente, la quale si è sempre mostrata favorevole all’ampliamento dell’aeroporto di Firenze Peretola. Tuttavia, tra i suoi sostenitori, ci sono molti contrari allo stesso. Qual è la sua posizione sul tema?

Io faccio parte della giunta Nardella da 10 anni. Riguardo al tema della continuità o discontinuità, credo che ci sia una serie di azioni e provvedimenti dell’attuale amministrazione che devono essere portati a termine, come quelli della rete tramviaria e della mobilità sostenibile. Poi è chiaro che ogni persona, quando si candida, porta avanti i temi che le interessano maggiormente; in un momento storico che sta cambiando come quello in cui viviamo, è necessario che ci siano degli elementi di innovazione e di priorità, che ritengo importanti per la mia storia e i bisogni della città.

Riguardo all’aeroporto, ho sempre avuto una posizione molto chiara sull’argomento. Grazie alle mie deleghe ho avuto ogni giorno occasione di girare la città e posso assicurare che nelle zone limitrofe dell’aeroporto (Brozzi, Peretola, Quaracchi ecc.) i cittadini vivono un grosso disagio. Mi è capitato ad esempio di andare a casa di persone anziane e dover interrompere la conversazione perché non riuscivamo a parlare a causa del frastuono. Questo, a lungo andare, porta un disagio non solo da un punto di vista sociale ma, secondo me, anche da un punto di vista psicofisico.

Nonostante Nardella e tutta la sua giunta abbiano ribadito più volte la necessità di ridare Firenze ai suoi cittadini, negli anni, abbiamo visto aumentare il valore degli immobili e anche il fenomeno del turismo di massa che rende senz’altro più difficile vivere la città per i cittadini. Quali provvedimenti ritiene necessario adottare per rendere la città più vivibile?

Sia come amministratrice che vive la città, sia come residente del centro storico vedo da vicino la trasformazione della città. Secondo me per affrontare questo tema non basta dare una risposta unica poiché è un problema talmente complesso che c’è bisogno di affrontarlo su più fronti. Da una parte sicuramente anche con alcuni dei provvedimenti che abbiamo già messo in campo come, ad esempio, il blocco degli affitti brevi nell’area UNESCO. Questo provvedimento, secondo me, dà già un segnale e aiuta a provare a indirizzare quello che è il mercato, anche perché i poteri del Comune sul libero mercato non sono tantissimi. Stiamo lavorando in questa direzione e speriamo di poter andare avanti. Se magari nel nostro Stato ci fosse un governo che mettesse in campo una norma ci farebbe parecchio comodo (ride, ndr). Anche perché basta guardare all’estero: in altri Paesi europei ci sono norme sulla regolamentazione degli affitti e in Italia no. D’altra parte, secondo me, non basta agire sulle case ma bisogna lavorare con molti altri provvedimenti. Per esempio, riguardo al tema dell’abitare, recuperando e rifunzionalizzando gli edifici come ad esempio il Sant’Agnese vicino a Piazza Indipendenza, dove vogliamo realizzare  social housing, come stiamo facendo all’ex scuola Marescialli a Santa Maria Novella. Dall’altra parte per fare in modo che sia più attrattivo vivere in centro c’è bisogno di fornire servizi. A partire da quelli sociosanitari, quindi case di comunità, ma anche parcheggi, mercati e i negozi di vicinato. Insomma, bisogna portare avanti delle azioni che da una parte incidano sull’abitare dall’altra incidano sulla regolamentazione del commercio. Noi abbiamo ideato e applicato nel 2016 il regolamento UNESCO con il quale abbiamo bloccato l’apertura di nuovi esercizi di ristorazione. Adesso bisogna cercare di attrarre nel centro storico anche le funzioni lavorative perché se io all’interno del centro ho la banca, gli uffici del Comune e gli uffici pubblici in generale, il centro storico diventa chiaramente più attrattivo per la residenza. La mia idea centrale nel programma di mandato è molto ambiziosa ed è quella di rendere Firenze attrattiva per la residenza in particolar modo per i giovani e per le famiglie. Per fare questo ovviamente dobbiamo avere una città che sia accessibile e sostenibile perché lo studente che viene a studiare a Firenze ha bisogno di trovare un alloggio e tutti i servizi di cui i giovani hanno bisogno, a partire dalle attività sportive e dai luoghi di aggregazione e soprattutto ha bisogno di poter investire in questa città anche nella fase successiva allo studio, quindi possibilità di trovare sbocchi lavorativi.

Sempre sul tema del centro storico, una delle azioni che abbiamo inserito nel programma è quella di acquistare come Comune fondi commerciali in modo da poterli mettere a disposizione a prezzi calmierati per start-up e nuove imprese, in modo che chi arriva a Firenze non la viva solo come una realtà di passaggio, ma che Firenze possa diventare la città dove costruire il proprio futuro; questa è un’operazione complessa ma secondo me è una necessità fondamentale per il centro storico ma anche per gli altri quartieri della città. Firenze ha una forte identità e non la possiamo perdere, ma dobbiamo anche puntare sull’innovazione perché Firenze sia ogni giorno di più la città dove nascono nuove imprese, nuove idee, nuove aziende e nuove opportunità di lavoro.

Molti edifici pubblici, soprattutto molte scuole, versano in condizioni palesemente critiche. La loro manutenzione dipende da città metropolitana (il cui sindaco è il sindaco di Firenze). Il nostro liceo, in primis, lo scorso anno stava per essere costretto a cambiare sede per colpa dell’eccessiva burocrazia e lentezza nella gestione della restaurazione del tetto. Ritiene questo un problema da risolvere? E come?

Questo è uno dei temi a me più caro e del quale mi sono occupata di più in tutti questi anni, anche se come assessore comunale mi sono occupata di scuole del primo ciclo, e non di scuole secondarie sulle quali non avevo competenza. L’esperienza di assessore all’educazione è stata per me l’esperienza più straordinaria che un amministratore possa fare, perché con le scuole si ha la fotografia reale della società e dell’esigenza della società che cresce. Uno spaccato così importante che, secondo me, chiunque voglia amministrare una città dovrebbe aver fatto almeno un pezzo del proprio percorso all’interno delle scuole. Posso dire che noi nelle scuole del primo ciclo abbiamo investito tantissimo. Noi in questi anni abbiamo rifatto e riqualificato tantissime scuole: tanti nidi, scuole dell’infanzia e scuole medie. Abbiamo ristrutturato tutto quello che potevamo ristrutturare. Abbiamo rifatto l’antincendio, l’antisismica, la statica. Abbiamo innovato dove potevamo innovare e solo in questo momento, abbiamo tre scuole medie in costruzione: La Calvino, la Ghiberti e la Don Milani. E in più abbiamo tutta una serie di scuole dell’infanzia, di nidi in ristrutturazione e in costruzione, per cui abbiamo praticamente investito in tutta la città. Ma mi risulta che in questi anni siano state investite tante risorse anche nell’area metropolitana, ad esempio, nel periodo 2019 e 2023 sono stati stanziati interventi per 188 milioni di euro.

Ci sono però scuole, come lo era la Dino Compagni, che hanno bisogno di essere rifatte ex novo, altre che possono essere ristrutturate. La scuola è il luogo dove si apprende e non lo si fa solo alle lezioni che si fanno in classe ma si apprende anche se hai un luogo che è un luogo stimolante per cui anche gli immobili hanno la loro funzione formativa. La storicità dell’edificio va mantenuta, e questo anche dal punto di vista della burocrazia può causare lungaggini. Credo che dobbiamo investire sempre più risorse per tenere nel miglior modo possibile quella che è la storicità dell’edificio, come appunto al Michelangelo. Ma è importante intervenire per fare aule innovative con un digitale di ultimissima generazione.  Sono perciò dell’idea che in qualsiasi amministrazione, che sia il Comune o che sia la Città metropolitana, si debba investire sempre di più sul tema dell’edilizia scolastica partendo da quelli che sono gli elementi di criticità maggiori per affrontarli, risolverli ed apportare innovazione. Bisogna perciò ragionare in un’ottica che non è solo quella dell’intervento immediato ma anche provare a ragionare un po’ di più anche in termini di innovazione.

Oltre a quelle appena citate, quali ritiene essere le priorità per Firenze?

Sicuramente, una delle cose principali è lavorare sulla mobilità nella nostra città, perché Firenze è sempre stata una città con un problema di mobilità importante. Io sono profondamente convinta che bisogna lavorare su più fronti. Da una parte, completare tutta la parte delle tramvie, perché le tramvie servono non solo ai cittadini residenti a Firenze, ma anche per il collegamento con i comuni limitrofi. Questo vale sia per chi lavora e vive tra Firenze e la città metropolitana, ma anche per i ragazzi che studiano. Noi abbiamo tante scuole con studenti che vanno a studiare nei comuni limitrofi e ci sono invece tanti che vengono a studiare a Firenze. Non basta però la rete tramviaria, ci vuole un collegamento forte tra la tramvia e il trasporto su gomma. Le linee degli autobus devono essere complementari, non parallele. Questo ovviamente è il ragionamento che faremo quando avremo completato la rete tramviaria. Bisogna incentivare il più possibile l’uso del trasporto pubblico alternativo. Bisogna lavorare sempre di più per fare in modo che, ad esempio, il bike sharing e il car sharing diventino più accessibili. Sul bike sharing, ad esempio, occorre fare abbonamenti dedicati per i residenti e per fasce di reddito in modo da incentivare il suo utilizzo. È fondamentale anche riportare in città il car sharing, rendendo gli abbonamenti accessibili. Questo aiuta a ridurre l’uso dell’auto privata e a migliorare la mobilità urbana.

Per quanto riguarda la sicurezza, è essenziale adottare un approccio completo. Firenze ha sicuramente bisogno di più agenti sul territorio, e questo lo stiamo chiedendo invano da mesi al Governo. Ma non basta aumentare la presenza delle forze dell’ordine nelle zone problematiche come le Cascine. Occorre anche promuovere attività sportive, creare servizi per le famiglie e animare i parchi affinché diventino luoghi vissuti e frequentati dai cittadini. Inoltre, è importante investire nella vita notturna in modo da garantire divertimento in sicurezza per i giovani e promuovere la vivacità della città.

Infine, è fondamentale valorizzare il patrimonio culturale di Firenze, non solo nel centro storico, ma anche nelle altre aree della città. I contenitori culturali devono diventare poli attrattivi per promuovere lo sviluppo culturale e l’innovazione. Queste azioni sono prioritarie per una città che conservi la sua identità storica, ma che sia anche curiosa e attrattiva per nuovi visitatori e residenti.

Perché un giovane studente alla sua prima votazione dovrebbe darle il suo voto?

Perché per me fra le priorità della città la prima in assoluto sono i giovani. Io sono convinta che se noi vogliamo far vivere Firenze, se vogliamo fare in modo che Firenze sia attrattiva e che possa svilupparsi, bisogna puntare tutto sui giovani, ascoltare le loro richieste e misurarsi con le loro aspettative. Se vogliamo che ci siano più residenti è necessario puntare sui giovani, e quindi sui loro interessi: per cui devi avere una città che sia sostenibile per i ragazzi, una città che sia attrattiva, piena di opportunità di lavoro e formazione; e una città che offra divertimento, perché ci vuole anche quello. C’è necessità di luoghi di aggregazione, c’è necessità di avere una città che faccia crescere i talenti. La cosa che a me dispiace di più in assoluto è che io vedo troppo spesso ragazzi con capacità straordinarie nella nostra città che a un certo punto se ne vanno in altri Paesi, perché sono più attrattivi e danno più opportunità. Ecco, se ci sarà un punto sul quale lavorerò e metterò tutto quello che posso mettere se sarò eletta sindaca è dare opportunità per vivere bene in città, a prezzi sostenibili, senza barriere sociali. Voglio rendere Firenze attrattiva, che offra possibilità di lavoro, servizi e opportunità di divertimento, di sport e di attrattività. E vorrei che anche la politica, possa diventare un luogo attrattivo per i giovani, dove i giovani si avvicinino e possano avere delle opportunità vere, perché questo è l’elemento fondamentale: non una politica che parla di giovani, ma una politica che parla con loro, dove i giovani siano protagonisti.

A cura di Niccolò Generoso e Niccolò Moretti

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