Attilio Bertolucci (1911 – 2000) è stato uno dei poeti più singolari del Novecento italiano, esponente di spicco della cosiddetta “linea antinovecentista”, caratterizzata da una poesia narrativa, più incline a una prosa ritmata.
Bertolucci, del resto, si può considerare l’unico poeta italiano dello scorso secolo ad aver scritto un vero e proprio romanzo in versi: La camera da letto, un lungo poema, se così si può definire, in cui Bertolucci racconta la storia della propria famiglia, dal XVII secolo in poi. Una sorta di risposta, tutta letteraria, all’epopea cinematografica di Novecento del figlio Bernardo.
Se La camera da letto – esperimento che conferma, comunque, la predilezione per il racconto del suo autore – è unanimemente considerato il capolavoro di Bertolucci, bisogna senz’altro ricordare le numerose liriche brevi in cui il poeta parmense si è cimentato con grande abilità. Le poesie di Bertolucci sono pervase dal mistero, dall’omissione di qualcosa, proprio quando tutto, visto il contesto quotidiano, sembra chiaro e inequivocabile. La campagna, la natura maneggiata dall’uomo, la città di Parma sono tra le immagini più ricorrenti nella poetica di Bertolucci. I pomeriggi emiliani, dove a mezzogiorno il sole annulla ogni cosa, sono il teatro del silenzio, di un qualcosa che è accaduto ma di cui non si conosce l’origine. È nell’immediato post-pranzo che, spesso, Bertolucci ambienta le proprie poesie, alla ricerca di un evento che lui, poeta, ha percepito, ma di cui non riesce a ricostruire nulla se non qualche impressione.
La poesia che segue rappresenta un po’ il crocevia di quanto detto finora, anche se, fra le tante liriche di Bertolucci, risulta tra le meno misteriose. Ci sono elementi naturali come “la rosa del giardino” e “le avide api”, nonché le “prime nebbie”, presagio di un enigma in forma di foschia.
Una poesia:
La rosa bianca
Coglierò per te
l’ultima rosa del giardino,
la rosa bianca che fiorisce
nelle prime nebbie.
Le avide api l’hanno visitata
sino a ieri,
ma è ancora così dolce
che fa tremare.
È un ritratto di te a trent’anni
un po’ smemorata, come tu sarai allora.
Un libro: Attilio Bertolucci, Viaggio d’inverno, Milano, Garzanti, 2020
A cura di Federico Spagna