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A proposito del 41-bis

Fin dal primo giorno in cui siamo tornati a scuola abbiamo potuto notare ovunque messaggi che criticavano e accusavano una disposizione dell’ordinamento penitenziario, il 41-bis, e uno di questi messaggi mi ha stupita particolarmente.

“ Il 41-bis è una tortura! ”

Io, detto sinceramente, non sapevo cosa fosse o cosa riguardasse, e sono andata a informarmi. Questo è ciò che ho trovato:

[ … ] Il comma 2-quater dell’art. 41- bis prevede che «i detenuti sottoposti al regime speciale di detenzione» siano «ristretti all’interno di istituti a loro esclusivamente dedicati, collocati preferibilmente in aree insulari, ovvero comunque all’interno di sezioni speciali e logisticamente separate dal resto dell’istituto…».  [ … ]

Il regime si applica a singoli detenuti ed è volto a ostacolare le comunicazioni degli stessi con le organizzazioni criminali operanti all’esterno, i contatti tra appartenenti a una stessa organizzazione all’interno di un carcere e i contatti tra gli appartenenti a diverse organizzazioni criminali, così da evitare il verificarsi di delitti e garantire la sicurezza e l’ordine pubblico anche fuori dalle carceri.

[ … ]

E poi sotto viene fatto un elenco di ciò che prevede. In breve:

Isolamento nei confronti degli altri detenuti, l’ora d’aria è limitata e non sempre concessa, il detenuto è costantemente sorvegliato da un reparto speciale del corpo di polizia penitenziaria, limitazione dei colloqui con i familiari, e tanto altro.

I volantini appesi in tutta la scuola parlano, poi, di un certo Alfredo Cospito, la cui vicenda, al centro del dibattito politico italiano, è divenuta particolarmente celebre negli ultimi giorni. Mi sono informata anche su di lui, ma non ne parlerò in questa sede.

Voglio invece fare una domanda, non una critica, una domanda, a chi sostiene ciò che è scritto nei volantini ( premetto che non voglio assolutamente criticare le idee e i pensieri politici dei miei coetanei): lo slogan che dice “il 41-bis è una totura” lo intendete per il caso Cospito nello specifico o in modo generale?

Perché vorrei far notare che la suddetta legge viene applicata soprattutto ai capi mafiosi, per evitare che abbiano contatti con la rete della mafia anche stando in carcere, portando così avanti le loro attività, e a coloro che hanno fatto grandi attentati terroristici, piazzando esplosivi e uccidendo decine di persone.

Sono d’accordo sul fatto che ci siano varie cose che vanno assolutamente cambiate all’interno del sistema delle carceri italiane, ma onestamente credo che definire il 41 bis “tortura” non sia giusto, poiché applicato nella maggior parte delle volte a persone che non si sono fatti scrupoli a privare della vita altri esseri umani.

Chiedo perché non so quante persone effettivamente pensino a quello che dicono. Conosco molt* ragazz* che si informano tanto prima di parlare, o essere d’accordo con qualcosa, ma anche molt* altr* che invece si lasciano trasportare dalle masse di coetanei,  le cui idee spesso sono in contrasto con quelle precostituite (non che questo sia un male).

Siamo coscienti del fatto che moltissime persone hanno dato la vita per riuscire a ridurre molte delle istituzioni illegali delle quali gli emergenti subiscono adesso questa “tortura”?

Secondo voi, mentre sequestravano persone e piazzavano ordigni, i condannati al 41 bis pensavano a quanto fosse sbagliato ciò che stavano facendo? Si curavano del male scaturito dalle loro azioni?

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