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Una presa di coscienza

Intendiamoci, sappiamo tutti che gli scontri violenti fra fazioni politiche sono sempre esistiti, è innegabile, ma sono certa che per alcuni, soprattutto noi giovani, si sia sempre trattato erroneamente di realtà distanti, talvolta neanche immaginabili. Forse non ci credevamo per eccessiva ingenuità? O forse perché non avevamo il coraggio di fronteggiare tali problemi? Difficile a dirsi, ma sicuramente l’aggressione degli squadristi di Azione Studentesca, avvenuta davanti alla nostra scuola pochi giorni fa, ha fatto aprire gli occhi a molti, me compresa. 

Ammetto di non aver mai preso parte attivamente ad alcun tipo di lotta politica, probabilmente per comodità o perché ho sempre pensato che la mia voce non avrebbe mai fatto la differenza. Vedere tuttavia con i miei occhi come questo tipo di violenza possa toccare chiunque e verificarsi nelle nostre seconde case, è stato per me epifanico.

A tale proposito, in molti hanno affermato che, in seguito agli eventi del 18 febbraio, ci sono persone che si sono svegliate da un giorno all’altro attiviste e antifasciste ma, per quanto ironico possa suonare, a mio avviso non è un comportamento necessariamente da condannare (a meno che non si tratti di comportamenti vistosamente ipocriti). Nel mio caso, partendo da un’iniziale prospettiva “ingenua”, l’accaduto mi ha permesso di destarmi su una realtà con cui, in quanto giovane borghese privilegiata cresciuta in una sfera di cristallo, non mi ero mai direttamente interfacciata, e attraverso la quale ho acquisito maggiore coscienza politica e una maggiore consapevolezza sulla lotta antifascista. Pertanto non credo che sia scontato che chiunque abbia ideali antifascisti abbia di conseguenza il coraggio di lottare ma, chi lo ha acquisito anche grazie ai recenti avvenimenti, ha il compito di intervenire concretamente e prendere parte al cambiamento. 

Proprio alla luce dell’influenza mediatica che ha riscosso l’aggressione e delle risposte della stessa preside circa il rapporto tra scuola e violenza, trovo che sia doveroso che la scuola si attivi per rendere tutti gli alunni cittadini disincantati e consapevoli delle barbarie che ci circondano, oltre che a subire passivamente i problemi sociali e politici che ancora affliggono il nostro Paese, trattando tali situazioni con indifferenza e omertà.

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Un commento su “Una presa di coscienza

  1. Se quanto accaduto, riporterà un tantino di passione politica tra i giovanissimi questo farà bene a tutti. Piccoli e grandi. Purtroppo, io ci credo poco a questa passione politica del terzo millennio, credo invece che la violenza si stia diffondendo come alla velocità della luce. La componente politica, io temo, sia un’alibi. Ovviamente, spero di sbagliare ma difficile pensare diversamente quando quasi ogni giorno a Firenze o i Toscana si verificano episodi che vedono come protagonisti ( in veste di vittime ma non solo ) gli adolescenti. Ribadisco che per me il problema è, temo, più grave.
    Detto ciò, speriamo di non dover più assistere ad atti di violenza da parte di nessuno.
    Gabriella Zonno

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