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Intervista a Shin Dong-Hyuk, sopravvissuto a un campo di concentramento nordcoreano

La politica nordcoreana, da settant’anni, è tratteggiata di ombre e misteri. Una nazione di venticinque milioni di esseri umani che vivono sotto il controllo fisso e perpetuo dei Kim.

In Occidente, tuttavia, le notizie di politica interna del Paese rimangono ancora poche e limitate, riportate perlopiù dai servizi segreti anticomunisti sudcoreani e statunitensi. E dai disertori.

Migliaia di disertori nordcoreani rimangono ad oggi l’unica fonte diretta di quanto avviene sopra il 38° parallelo, sebbene il timore di interrompere le trattative di dialogo internazionale con il Nord stiano recentemente limitando il favore del governo di Seoul ad accoglierli e a garantirgli protezione.

Shin Dong-Hyuk è uno di loro. Nato nel campo di internamento di Kaechon, probabilmente grazie al permesso premio occasionale concesso ai suoi genitori di dormire insieme, è riuscito a sopravvivere fino all’età adulta tra il Campo 14 e il Campo 18, luoghi di internamento per prigionieri politici.

Nel 2005, dopo aver conosciuto un compagno di prigionia che aveva trascorso parte della sua vita nei Paesi del blocco sovietico, Shin Dong-Hyuk è riuscito a fuggire dal campo e a raggiungere il confine cinese, da dove, dandosi alla latitanza per evitare il rimpatrio, si è poi diretto verso il consolato della Corea del Sud a Shangai.

La storia di Shin Dong-Hyuk è ormai conosciuta da moltissime organizzazioni a tutela dei diritti umani in tutto il mondo, ma rimangono ancora segrete le storie di coloro che annualmente vengono internati e muoiono perché considerati ostili al Partito Unico e al suo Leader.

La funzione di questi lager, infatti, non è quella di punire i reati, per i quali tra l’altro viene impiegata abitualmente la pena capitale, quanto piuttosto quella di spezzare ed eliminare qualsiasi forma di opposizione al regime.

Secondo i report annuali di Amnesty International, nel 2018, circa 120.000 persone erano detenute nei quattro campi di prigionia politica conosciuti, sottoposte a regimi di lavori forzati, a tortura e maltrattamenti.

La missione di Shin Dong-Hyuk è dunque divenuta quella di raccontare al mondo libero le barbarie perpetrate ai danni dei prigionieri politici nel suo Paese, divenendo la voce di tutte le persone ancora oppresse per le loro idee.

Inevitabilmente la completa verità dei fatti sarà interamente nota soltanto quando il regime comunista di Pyongyang crollerà e la Corea potrà finalmente riunirsi, ma per questo potrebbero volerci ancora decenni. Ignorare oggi la storia di Shin DongHyuk risulterebbe quindi una grave mancanza per tutti coloro che amano la libertà e un’ imperdonabile complicità verso uno dei regimi più sanguinari della Storia dell’uomo.

 

[Per leggere la traduzione in italiano, scorri in basso]

Thank you Mr. Shin for having accepted to answer my questions. I would like to first ask you if you were ever frightened to tell your story. Did you ever think that they could hurt you again?

My story is not a happy story so it was hard for me.   It was never something I wanted to share but people kept telling me I could make a difference if I did. Of course I was scared and worried of what could happen.

Mr. Shin, the video in which your father accuses you publicly is harrowing. What would you tell him if you could talk to him freely, with no limits or filters?

I am really not sure what I would say. This is still hard to even think about because there is little hope to ever see him again.

Mr. Shin, you travelled all around the world to tell your story; to talk about what you have seen. Do you think that people who live in a free world have a good understanding of what happened in North Korea?

If people truly understood the depth of the issues or tragedy in North Korea (or the other oppressed Countries with suffering citizens) things definitely would have changed by now. But obviously it’s hard for the normal persons to grasp.

Mr. Shin, as a representative of my country, I apologize for the insulting words of a senator of the Italian Republic that years ago referred to North Korea as the “ Switzerland of the Orient”, I would like to ask you: what do you think of the relationship between the countries of the free world and Kim-Jong-Un?

The majority of the world recognizes and knows the evil and level of corruption of Kim Jong- Un with that being said, those who know yet still support or say good things about him and his Country are just as bad in my eyes. There is no comparison.

Mr. Shin, excuse me for my forwardness: what was it like to be a child and teen in Camp 14?

Unspeakable … Too hard to put in words now that I live a different life … I need more time to process.

Mr. Shin, a few months ago a young woman, Feroza Aziz, denounced with a video on TikTok the presence of concentration camps for muslims in the Chinese country of Xinjiang. What do you think in this regard?  Why don’t we talk about it enough in Western countries, even if we are aware of the existence of these death camps around the world?

Communist /socialist countries almost all have some types of concentration camps/prisons. This is how they maintain control and power . Its obvious that the western world don’t care enough because there is a saying, “Out of sight out of mind”. Politicians are corrupt all over the world so I can’t put my trust in any organization or political groups to bring real change. Everyone has an agenda.

Mr. Shin, did you ever feel “lonely” when you were there? What does it mean to be lonely in a place where there isn’t ever privacy?

Of course I felt lonely… Nothing in was in my power but some emotions exist. Loneliness I think everyone feels. Even people surrounded by people have feelings of loneliness.

Even after escaping I felt loneliness in different ways.

Mr. Shin, do you think that your children will be able to finally witness the fall of the regime in North Korea?

I do think it is possible .. nothing is forever although no regime has lasted this long so I can’t say when. I haven’t had time to even really think about all of that.

Mr. Shin, excuse me if I am crossing a line, do you believe in God? Can a God exist for someone who was born and raised in a concentration camp?

I will skip this (I go I to church – and I am on a journey to discover the Truth).

Mr. Shin, what was your attitude towards the guards? Did you ever think that they were right? And how was the relationship between prisoners? Were there any gestures of solidarity in Camp 14?

In this world there are people who are in positions because they are forced to be. I can say I know not all were bad and not all wanted to do what they were doing. I myself did not have any real relationship with guards though.

 

Traduzione italiana a cura dell’autore.

Sign. Shin, ringraziandoLa per aver accettato di rispondere alle mie domande, vorrei chiederLe come prima cosa se ha mai avuto paura di raccontare la Sua storia. Ha mai pensato che avrebbero potuto farLe ancora male?

La mia non è una storia felice e non è stato facile per me raccontarla. Non è mai stato qualcosa che volessi condividere ma le persone continuavano a dirmi che avrei fatto la differenza se avessi raccontato. Ovviamente ero impaurito e preoccupato di cosa sarebbe potuto succedere.

Sign. Shin, il video in cui suo padre La accusa pubblicamente è sconcertante. Cosa gli direbbe se potesse parlargli in modo libero, senza limiti o filtri di alcun genere?

Non sono veramente sicuro di cosa gli direi. E’ ancora troppo difficile per me anche solo pensarlo perché c’è una minima speranza di rivederlo vivo.

Sign. Shin, Lei ha viaggiato in tutto il mondo per raccontare la Sua storia, per parlare di cosa ha visto. Pensa che le persone che vivono nel mondo libero abbiano una buona conoscenza di cosa accade in Corea del Nord?

Se le persone capissero veramente la profondità del problema o la tragedia in Corea del Nord (o in tutti gli altri Paesi dove ci sono cittadini che soffrono) le cose potrebbero definitivamente cambiare a partire da adesso. Ma ovviamente è difficile che le persone comuni comprendano fino in fondo.

Sign. Shin, a nome del mio Paese, mi scuso per le riluttanti parole di un Senatore della Repubblica italiana che anni fa definì la Corea del Nord come “La Svizzera d’Oriente”. Voglio chiederLe, cosa ne pensa del rapporto tra i leader politici del mondo libero e Kim Jong-un?

La maggior parte del mondo riconosce e distingue la malvagità e il livello di corruzione di Kim Jong-un… detto ciò, coloro che ancora supportano o dicono cose buone su di Lui e sul suo Paese ai miei occhi sono altrettanto malvagi. Non c’è confronto.

SIgn. Shin, mi scusi per la franchezza, com’è essere un bambino e un adolescente nel Campo 14?

Non esprimibile a parole…troppo difficile trovare le parole giuste, ora che ho una famiglia. Ho bisogno di più tempo per riflettere.

Sign. Shin, pochi mesi fa una giovane ragazza, Feroza Aziz, ha denunciato con un video su Tik Tok la presenza di campi di concentramento per musulmani nella provincia cinese dello Xinjiang. Che cosa pensa al riguardo? Perché in Occidente non ne parliamo abbastanza, anche se siamo a conoscenza della presenza di campi di morte sparsi per il mondo?

I Paesi comunisti / socialisti hanno quasi tutti alcuni tipi di campi di concentramento / prigioni. Questo è il modo in cui mantengono il potere. E’ ovvio che l’ Occidente non si curi abbastanza. C’è un detto che dice:“Out of sight out of mind “ [ndr. Traducibile anche come “Occhio non vede, cuore non duole”]. I politici sono corrotti in tutto il mondo perciò non posso riporre la mia fiducia in nessuna organizzazione o in nessun gruppo politico per portare reale cambiamento. Ognuno ha un proprio piano politico.

Sign. Shin, si è mai sentito “solo” mentre era laggiù? Cosa significa essere soli in un posto dove non c’è mai privacy?

Ovviamente mi sentivo solo… niente era in mio potere ma alcune emozioni esistono. Penso che ognuno provi la solitudine. Anche persone circondate da altre persone provano solitudine. Dopo essere fuggito ho provato forme di solitudine, pur in forma diversa.

Sign. Shin, pensa che i suoi figli riusciranno finalmente a vedere la caduta del regime  in Corea del nord?

Io penso sia possibile… niente è eterno nonostante il regime sia durato così a lungo che non posso dire quando accadrà. Non ho avuto neanche tempo neanche per  pensarci realmente.

Sign. Shin, scusi se mi spingo così oltre. Lei crede in Dio? Può esistere un Dio per un uomo che è nato e cresciuto in un campo di concentramento?

Non me la sento di rispondere, anche se al momento sto frequentando una chiesa per ricercare “la Verità”.

Sign. Shin, quale era il suo stato d’animo verso le guardie? Ha mai pensato che fossero loro dalla parte del giusto? E quale era le relazioni sociali tra i prigionieri? C’era qualche gesto di solidarietà nel Campo 14?

A questo mondo ci sono delle persone che rivestono particolari compiti perché sono forzati a farlo. Io posso dire che so che non tutti di loro volessero realmente fare quanto facevano. Nonostante ciò io non ho mai avuto alcun tipo di relazione con le guardie.

 

Ringrazio cordialmente Shin Dong-Hyuk, per la disponibilità dimostrata nel rilasciare l’intervista, e la moglie Leeann RoybalShin per il sincero impegno con cui mi ha concesso di entrare in contatto con il marito. Un ringraziamento speciale è rivolto  anche ad Alessia Leigh Bandini, ex studentessa del Liceo Michelangiolo, per l’impegno dimostrato in una traduzione puntuale delle domande in lingua inglese, che ho scelto di lasciare in lingua originale per evitare alterazioni.

Un ringraziamento va inoltre a tutti coloro che vorranno condividere, raccontare e far conoscere questa storia.

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