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Il dovere morale (apartitico) di condannare la violenza

Ieri, giovedì 23 febbraio 2023, il ministro Valditara ha rilasciato una dichiarazione riguardo alla circolare mandata dalla preside del Liceo Scientifico statale Leonardo da Vinci,  Annalisa Savino.  “Inappropriata”  la definisce quasi subito dopo la sua uscita. Eppure ci sono volute 120 ore per rompere il silenzio. Nessuna condanna contro l’aggressione di sabato.

La preside, a detta di Valditara, alimenta quella strumentalizzazione politica dell’accaduto propria della sinistra per attaccare la destra. In realtà, però, quello della dirigente non è un atto politico che, come ha osservato il ministro, la porta a collocarsi in uno schieramento, ma un atto politico che ha come destinatario la comunità rispetto alla quale l’istituzione scolastica si assume la responsabilità di condannare il ricorso alla violenza, e quindi di prendere posizione contro l’inciviltà di tale comportamento.

 «Mi è dispiaciuto leggerla, non compete ad una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà: in Italia non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista, difendere le frontiere non ha nulla a che vedere con il nazismo o con il fascismo. Sono iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole; se l’atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure. [ … ] Difendere le frontiere e ricordare il proprio passato o l’identità di un popolo  – sottolinea ancora il ministro – non ha nulla a che vedere con il fascismo o, peggio, con il nazismo. Quindi inviterei la preside a riflettere più attentamente sulla storia e sul presente».

Sono queste le parole del ministro Valditara contro la preside Savino, che ha dichiarato di aver emanato quella circolare affinché gli studenti della sua scuola e fuori non restassero indifferenti davanti a atti del genere.

“Non compete ad una preside” è la frase che colpisce di più. La scuola italiana, il liceo, mira a formare dei cittadini consapevoli, critici, sicuri delle loro idee, civili. Lo scopo della scuola è insegnarci a esistere in mezzo agli altri. Se non sta alla dirigente di una scuola insegnarci ciò, a chi sta?  Fare politica non è solo scegliere destra o sinistra: ci sono dei valori, quali l’antifascismo, che non sono (o, almeno, non dovrebbero essere) patrimonio di una sola parte, ma di ogni partito che si inserisca nel solco della Costituzione.

Riportiamo dalla circolare della professoressa Savino:

« Il fascismo non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a se stessa da passanti indifferenti. »

Ciò che tutti dovremmo assolutamente apprezzare è il modo in cui la dirigente ha parlato, facendo notare come il pestaggio sia un atto profondamente grave e ingiusto, la cui memoria non deve passare col tempo, protetta dal silenzio. I nostri compagni, per riprendere le parole di Savino, sono stati soli a prendere i calci sul marciapiede: soli invece non sono.

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