Mio povero Sheriff, ci mancherai

 Questo articolo fa parte del numero 26 del MichePost, uscito in formato cartaceo il 10 dicembre 2021


Dello Sheriff ci mancherà tutto. Lo stadio avveniristico, la stella dello sceriffo sulla maglia, la maglia dell’Adidas tutto sommato bella, e quindi strana sui giocatori dello Sheriff. Ziguy Badibanga, i suoi dreadlock, tutte quelle ‘b’, i suoi gol tutti storti. Ci mancherà una squadra di una regione fantasma, finanziata da fondi invisibili che però abbiamo la forte sensazione abbiano a che fare con lo scenario geopolitico mondiale. Con 9 punti non dovevi uscire, mio povero Sheriff, ci mancherai.

Con queste parole, Emanuele Atturo, in un articolo uscito l’8 Dicembre 2017 sulla rivista sportiva online, “L’ultimo uomo”, piangeva la precoce uscita dello Sheriff Tiraspol dall’Europa League. Quella dello Sheriff sembra la tipica storia da Europa League, dove approdano le squadre più esotiche immaginabili, con storie e giocatori ancora più curiosi. Sembrava dover rimanere una storia da Europa league, ma il destino ha voluto qualcosa di diverso per lo Sheriff. Il 25 Agosto 2021, lo Sheriff Tiraspol è diventata la prima squadra Moldava ad approdare in Champions League, ed è riuscita persino a battere il Real Madrid. Non male per una squadra che non è neanche Moldava.

“Cosaa?!?! – Vi starete chiedendo – Una squadra che non è Moldava ma è Moldava??” Sì, proprio così. Ma andiamo con ordine.

Lo Sheriff, la squadra di Tiraspol, capitale della Transnistria, Stato di cui probabilmente non avrete mai sentito parlare visto che non esiste, o meglio non è riconosciuto da nessuno Stato esistente.

La Transnistria (formalmente Repubblica di Pridnestrov’e o Pridnestrovie, che significa “al di là” o “presso” il Dnestr) è una sottile striscia di terra, situata al confine tra Moldavia e Ucraina ed è attraversata dal fiume Dnestr. La sua moneta – il Rublo Transnistriano – e il suo passaporto non sono validi in nessun luogo al di fuori della Transnistria.

Il Transnistriano più celebre è, senza dubbio, lo scrittore Nicolai Lilin, autore del best seller ”Educazione Siberiana”.

Fino al 1990, la storia della Transnistria non è particolarmente interessante, l’unica cosa degna di nota è la sua partecipazione, fino al 1940, al direttorato d’Ucraina, chiamato poi Repubblica Sovietica Socialista d’Ucraina. Poi, a seguito del patto Molotov-Ribbentrop, la Transnistria divenne parte della RSS (Repubblica Socialista Sovietica) Moldava, dalla quale, nonostante cambi di nome e vicissitudini varie, non si è ancora staccata.

Nel 1989, la popolazione della Transnistria era suddivisa così: il 39,9% erano effettivamente cittadini Moldavi, mentre circa il 53% erano cittadini Russi emigrati lì negli anni sessanta, per cui uno scontro etnico era inevitabile. Questo avvenne nel 1990, quando il Moldavo fu proclamato lingua ufficiale Moldava, e non più il russo come era stato fino ad allora. Inoltre, fu adottata l’attuale bandiera Moldava e venne cambiato il nome dello Stato da Repubblica Socialista Sovietica di Moldavia a Repubblica di Moldavia.

Ciò manifestava un’evidente volontà di allontanamento dall’Unione Sovietica, cosa che non piacque ai Russi in Transnistria che proclamarono la nascita della Repubblica Moldava di Pridnestrovie. Ci fu una guerra Moldavo -Transnistriana, che vide contrapposte la Repubblica di Moldavia e la Transnistria, supportata dall’esercito Russo. La guerra si protrasse dal 1990 al 1992, quando il presidente russo Boris Yeltsin e il presidente moldavo Snegur firmarono un cessate il fuoco, ma i soldati Russi non hanno ancora abbandonato la zona.

Adesso, se girate per le strade di Tiraspol – cosa assai difficile, visto che ad oggi è praticamente impossibile entrare in Transnistria -, vi stupirete di come la Transnistria appaia esattamente come appariva trent’anni fa, durante il periodo socialista.

Potrete trovare via Lenin, parco Kirov, via Marx, via Engels e altre ancora. Nella piazza principale di Tiraspol, quella del Parlamento non riconosciuto dall’ONU, non potrete non notare l’enorme statua di pietra raffigurante Lenin.

La bandiera della Transnistria richiama molto quella della RSS Moldava, tre bande orizzontali rosso, verde, rosso e, naturalmente, una falce e martello al centro.

Nel 1993, approfittando della confusione generata dal conflitto, gli ex agenti del KGB Viktor Gušan e Il’ja Kazmaly, fondarono una piccola azienda di vendita al dettaglio chiamata Sheriff. Adesso la Sheriff possiede l’unica catena di supermercati del paese, un’azienda di telefonia fissa e mobile, un’emittente televisiva, tre depositi di petrolio, undici stazioni di servizio, un parcheggio, un hotel, un casinò, una casa editrice, una compagnia pubblicitaria, un’ azienda di costruzioni, un’agenzia immobiliare, vari complessi di bar e locali notturni, e, soprattutto, una società calcistica, con stadio e centro sportivo e una polisportiva. Inoltre, i nostri amici Gušan e Kazmaly hanno fondato anche un partito, chiamato Obnovlenie, che alle ultime elezioni ha ottenuto in parlamento 29 membri su 33. Insomma, la Sheriff possiede praticamente tutta la Transnistria e i suoi proprietari sono accusati di qualunque reato immaginabile, da riciclaggio di denaro a brogli elettorali, da spionaggio industriale a monopolio.

Nel 1997, venne fondato lo Sheriff Tiraspol FC, divenne in breve la potenza egemone del calcio Moldavo, dal 2001 vince ogni edizione del campionato, fatta eccezione per quello del 2010. Nel 2003, lo Sheriff vinse anche il suo primo trofeo internazionale, la coppa dei campioni della CSI, il torneo che racchiudeva le squadre vincitrici dei campionati delle repubbliche ex Sovietiche che non esiste più dal 2011. Lo Sheriff vincerà la coppa dei campioni CSI un’altra volta, nel 2009, battendo in finale ai rigori i Kazaki dell’Aktobe.

Prima di quest’anno, lo Sheriff era già arrivato, nel 2010, fino all’ultimo turno dei preliminari di Champions League dove però era stato sconfitto dal Basilea.

Quell’anno, aveva partecipato all’Europa League, dove uscì ai gironi da un girone affatto complicato con Bate Borisov, AZ Alkmaar e Dinamo Kiev. Lo Sheriff parteciperà ad altre due edizioni dell’Europa League, senza però mai andare oltre la fase a gironi.

Quest’anno, lo Sheriff è arrivato fino alla Champions League, eliminando ai preliminari pilastri della competizione come la stella rossa di Belgrado e la Dinamo Zagabria.

La rosa dello Sheriff è senza dubbio la più esotica della competizione, con giocatori che provengono da ogni campionato e da ogni parte del mondo, tutti più che sconosciuti.

Il calcio proposto dal suo allenatore, Jurij Vernydub, non è certo dei più propositivi. Nella partita contro il Real Madrid, lo Sheriff giocava con 10 uomini a protezione della porta dell’abilissimo Celeadnic e si affidava alle ripartenze con la velocità di Adama Traoré (solo omonimo dell’Adama Traore del Wolverhampton) e ai tiri da fuori del suo fantasista Thill, top player della nazionale Lussemburghese. Col Real e lo Shakhtar, questo metodo di gioco ha funzionato, contro l’Inter un po’ meno, visto che lo Sheriff ha perso 3-1.

L’interessantissima e travagliatissima storia dello Sheriff Tiraspol ci fa sperare che, in un calcio di Manchester City e PSG, di Messi e di Ronaldo, che è diventato una corsa a chi spende di più e a chi guadagna di più, si possa inserire una realtà come lo Sheriff, fatta di “pochi” soldi (il giocatore più pagato guadagna 15mila dollari al mese), motivazione e impegno che riporti i valori del calcio di un tempo.

Incredibile che a portare avanti questa nobile missione ci sia una squadra che ha come proprietaria un’azienda che è tutto tranne che nobile.

A cura di Niccolò Moretti

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